L’esposizione agli inibitori della 5-alfa reduttasi non è associata a rischio di frattura dell’anca
Per oltre 15 anni, gi inibitori della 5-alfa reduttasi, che bloccano la conversione del testosterone in diidrotestosterone, sono stati utilizzati nel trattamento dell’iperplasia prostatica benigna.
Studi a breve termine non hanno mostrato alcun effetto di questi farmaci sul metabolismo osseo, ma non sono disponibili dati nel lungo periodo.
Ricercatori statunitensi hanno condotto uno studio clinico per valutare l’associazione tra l’uso degli inibitori della 5-alfa reduttasi ( es. Finasteride [ Proscar ] ) per ipertrofia prostatica benigna e fratture dell’anca.
Lo studio caso-controllo è stato realizzato utilizzando i dati provenienti dal Kaiser Permanente Southern California, un’organizzazione sanitaria con più di 3 milioni di membri.
Il gruppo casi comprendeva 7.076 uomini di età pari o superiore ai 45 anni con una frattura dell’anca nel periodo 1997-2006. Il gruppo di controllo era costituito da 7.076 persone senza frattura dell’anca.
La diagnosi di ipertrofia prostatica benigna interessava il 36% ( n=2.547 ) dei casi e il 35% ( n=2.488 ) dei controlli; l’1.5% ( n=109 ) dei casi e il 2% ( n=141 ) dei controlli avevano assunto Finasteride ( odds ratio, OR=0.77; P=0.04 ).
Non sono emerse indicazioni di una relazione dose-risposta dopo esposizione a inibitori della 5-alfa reduttasi, quando l’esposizione è stata stratificata in terzili di esposizione totale ( P=0,12 ).
Di contro, si è verificata una leggera prevalenza di impiego di alfa-bloccanti nei casi verso i controlli ( 32% vs 30%, rispettivamente; P=0,04 ).
In conclusione, l’esposizione a inibitori della 5-alfa reduttasi non appare associata ad un aumento del rischio di frattura dell’anca.
La riduzione del rischio osservata con l’esposizione agli inibitori della 5-alfa reduttasi e il modesto aumento del rischio associato all’esposizione ad alfa-bloccanti richiede ulteriori studi e conferme. ( Xagena2008 )
Jacobsen SJ et al, JAMA 2008; 300: 1660-1664
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